PIANETA MODENA

CAP.4.4 – 1994: IL PROGETTO SEGRETO DELLA “LIMOUSINE” CON IL V16 ANTERIORE

FABRIZIO FERRARI, designer, giornalista e docente universitario: una vita spesa nel nome e per la passione delle supercars italiane della “Terra dei Motori”. STORIE DI VITA VISSUTA, DI LAVORO E PASSIONE, PER UN TERRITORIO UNICO, CHE GLI HA REGALATO EMOZIONI ED ESPERIENZE IRRIPETIBILI!

From: “Fabrizio Ferrari: my memories” (original text in italian). LEGGI ANCHE LA PARTE PRECEDENTE

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Ma, prima di chiudere la sua azienda a Modena, in Italia, vi fu un altro progetto segreto in cui Zampolli mi coinvolse: un progetto di cui, sono sicuro, quasi nessuno è a conoscenza e che credo sia ora arrivato il momento di svelare. Zampolli stava covando da tempo l’idea di realizzare una fantastica limousine sportiva (tipo Maserati Quattroporte, ma ad un livello molto superiore) con il poderoso 16 cilindri ovviamente montato anteriormente! Davvero una cosa mai vista prima e che certo avrebbe fatto molto scalpore! Assolutamente nello stile di Claudio Zampolli che in questo, devo dire, è in tutto e per tutto simile al grande Ferruccio Lamborghini ed anzi: gli piaceva andare anche oltre!

Fu così che venni a conoscenza del progetto e subito Zampolli, oltre a farmi vedere alcuni disegni di massima che i suoi disegnatori tecnici avevano già realizzato sulle misure caratteristiche stabilite del progetto, mi diede anche il disegno della sagoma del radiatore anteriore: quasi un Phanteon come nella Rolls Royce, un vincolo fortissimo di riconoscibilità, ma anche sul design che avrei dovuto rispettare. In pratica si trattava di creare qualcosa di mai visto in precedenza e, figuriamoci se la sfida non mi poteva esaltare! Realizzai per prima la silhouette generale, stabilendo al meglio le proporzioni, sia in virtù dei vincoli di abitabilità interna, sia soprattutto di aereodinamica, oltre che di design che, assolutamente doveva essere filante e dinamico, a dispetto delle enormi dimensioni e soprattutto dell’ingombro del V16 montato all’anteriore, ma longitudinale, ovviamente. Non fu affatto un lavoro agevole, ma la sfida e soprattutto il confronto costante con il lavoro svolto in precedenza dagli altri disegnatori dell’azienda, mi stimolò moltissimo, spingendomi a creare, sulle proporzioni generali che avevo individuato, non meno di una decina circa di varianti di anteriore e posteriore.

Purtroppo, come è evidente, questo progetto, non solo non vide mai la luce, ma non ebbe nemmeno modo di essere sviluppato, in quanto Zampolli lo aveva già in parte bloccato (per evidente mancanza di fondi), prima di affidare a me la ricerca di design che ho entusiasticamente condotto (1994), sino a quando l’azienda è andata chiusa e tutto si è purtroppo bloccato per sempre! (Continua)

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