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DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA “ENZO FERRARI” – UNIVERSITà DI MODENA – Al Tecnopolo di Ingegneria la tavola rotonda tra aziende ed Università, per una formazione al passo coi tempi

Si è tenuta lunedì 23 maggio 2016, alla mattina, nella sala eventi del Tecnopolo al campus di Ingegneria di Modena, la tavola rotonda dal titolo: “L’Emilia dei Motori, un modello per la crescita”.
Un importante momento di confronto tra le istituzioni, il mondo della formazione (ed in particolare il Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Modena) e le varie aziende automotive, presenti nel territorio e per l’occasione degnamente rappresentate da diversi loro manager di area.

Dopo i saluti iniziali da parte delle autorità e degli istituti che finanziano la ricerca, la presentazione dei temi di ricerca e della relativa struttura e modalità che l’Università mette a disposizione per la formazione specifica: dalla Laurea triennale in Ingegneria Meccanica, alle successive Lauree Magistrali in Ingegneria Meccanica e del Veicolo, sino ai Dottorati di Ricerca specifici, ai corsi ERASMUS ed al Master internazionale sul Car Engineering.

A quel punto è partito il dibattito più interessante, quello della tavola rotonda composta dai vari manager delle aziende che aderiscono all’iniziativa: il primo a parlare è stato l’Ing. Roberto Fedeli, Direttore Sviluppo Prodotto di Maserati e Alfa Romeo, il quale ha discusso di come l’ambiente modenese sia considerato da FCA il territorio ideale per tornare a sviluppare modelli premium, dagli alti contenuti tecnologici, così come richiesto dal Dott. Sergio Marchionne. Rimarcando però la necessità di aprirsi anche verso l’esterno, e questo è stato soprattutto un suggerimento per i giovani neo-laureati e neo-laureandi, per incamerare il più possibile ogni tipo di esperienza e conoscenza diversa, che possano così arricchire ancora di più un territorio assolutamente già competitivo ma che, per questo, non deve chiudersi, rischiano così un pericoloso isolamento. Anche perché è assolutamente indispensabile portare avanti un lavoro di ricerca e sperimentazione continua, che permetta di fare innovazione tecnologica continua sui nuovi prodotti e, per questo, Maserati e Alfa Romeo avranno bisogno, sempre di più in futuro di attingere a nuove leve, nuovi tecnici ed ingegneri, con menti sempre molto aperte alle innovazioni.

Successivamente la parola è passata al Dott. Nicola Boari, Direttore Marketing Prodotto della Ferrari, il quale ha sottolineato come a Maranello da anni ormai si stia lavorando alacremente sulla riduzione del time to market dei nuovi prodotti che, di anno in anno, si è velocizzato, sino ad arrivare ad essere veramente rapido. E questo è uno degli aspetti fondamentali del mercato attuale, soprattutto dei prodotti premium e di nicchia, dove il cliente è sempre più spinto alla ricerca della novità ed in particolare della tecnologia all’avanguardia. Ferrari ha un’immagine da sempre strettamente connaturata con l’innovazione tecnologica, ma non si tratta principalmente di quelli che sono oggi i temi che vanno per la maggiore, cioè la connettività (per la quale Ferrari ha da tempo stretto un accordo con Apple) e gli assist alla guida, quanto piuttosto una innovazione che esalti sempre più quello che in realtà è la vera peculiarità del prodotto Ferrari: cioè il piacere di guida e l’efficienza in generale. Quindi lo studio sempre più approfondito della dinamica del veicolo, l’utilizzo di materiali innovativi, alla ricerca di leggerezza ed efficienza, ecc. Per questo motivo, ha sottolineato anche il Dott. Boari, sono fondamentali delle professionalità di tipo tecnico con conoscenza del sistema veicolo a 360°: esattamente il tipo di preparazione che oggi sta cercando di dare la Magistrale di Ingegneria del Veicolo a Modena!

A seguire l’intervento dell’Ing. Stefano Mazzetti, Direttore Sviluppo Prodotto di Automobili Lamborghini, che ha ribadito l’importanza di investire sul territorio, così come ha sempre fatto sin dall’inizio il gruppo Vw-Audi, sin dall’epoca dell’acquisizione della Lamborghini (1998) e come continua a fare ancora oggi. Questo soprattutto perché il distretto emiliano rimane indiscutibilmente una delle filiere più uniche che rare nel mondo, almeno per quanto riguarda la progettazione e la produzione di supercar ad alte prestazioni. Questo non solo per quanto riguarda i fornitori ed i consulenti locali, la cui preparazione, professionalità, esperienza e soprattutto flessibilità nel lavoro, sono caratteristiche irrinunciabili, ma anche le stesse Università, a partire da Modena, ma anche Bologna, che da anni offrono il loro prezioso supporto di cultura e di capitale umano, soprattutto per quanto riguarda la ricerca. Non a caso, l’Ing. Lanzetti ha sottolineato come l’offerta formativa delle Università italiane ed in particolare quelle di Modena e Bologna, sia notevole, così come risultano preziose le competenze dei neo ingegneri.
Inoltre, chiaramente almeno per quanto riguarda Sant’Agata, ci ritroviamo anche con un notevole sviluppo dell’azienda, grazie al fattivo (e costruttivo) supporto delle istituzioni (leggi: finanziamenti regionali per l’ampliamento di Automobili Lamborghini, in previsione della produzione del nuovo SUV).

Interessante anche l’intervento del Dott. Hannes Zanon, Direttore Marketing di Pagani Automobili, il quale ha invece puntato l’attenzione sempre sull’appartenenza al territorio, ma anche e soprattutto sull’immagine che questo territorio emana nel mondo: un aspetto fondamentale di attrazione per i clienti di auto esclusive e particolari come le Pagani. Ma la domanda da porsi per il futuro di questa tipologia di auto – ha proseguito Zanon – è la seguente: le nuove tendenze tecnologiche, su cui i grandi gruppi stanno oggi investendo milioni su milioni, vale a dire la connettività, la propulsione ibrida o elettrica ed i vari assist elettronici alla guida, potranno davvero rappresentare il futuro anche per questo genere di auto sportive estreme? Chiaramente, se si pensa soprattutto alla competitività industriale pro-capite, per aziende con pochi addetti come la Pagani, che sfornano poche vetture all’anno, ma dal costo che evidentemente, almeno in parte sfugge alla leggi di mercato ed alla stessa concorrenza, è chiaro che una Pagani deve prima di tutto rimanere un prodotto tecnologicamente all’avanguardia, oltre che esclusivo, ma soprattutto per ciò che riguarda il piacere di guida, l’efficienza globale e la qualità e ancor di più l’esclusività che offre. Tutto ciò non può essere determinato dalla sola connettività, o dagli assist alla guida, quanto piuttosto da una maniacale cura dei materiali, dell’assemblaggio, dei particolari e degli allestimenti! Oltre che di una dinamica del veicolo di livello superiore, abbinata ad un piacere ed una relativa facilità di guida, per dare accesso a prestazioni e sensazioni spettacolari anche a chi non ha particolari capacità di guida. Ovviamente, in questo contesto, lo sviluppo e l’integrazione di tutti i sistemi che compongono il veicolo, è sicuramente uno degli aspetti fondamentali della preparazione dei futuri ingegneri, anche per la Pagani Automobili!

Infine l’intervento dell’Ing. Andrea Bozzoli, Amministratore Delegato di COXA HPE, uno dei maggiori fornitori locali di nuove tecnologie ed anche una delle aziende che maggiormente collaborano con il tessuto universitario, organizzando stages e tirocini vari per gli studenti di Ingegneria di Modena. L’Ing. Bozzoli ha ribadito l’importanza della filiera sul territorio, della quale la COXA HPE non solo fa parte ma, da anni ormai si propone come un vero e proprio “ponte” per la ricerca, tra le aziende sue clienti e la stessa Università, di cui forma in parte e da cui attinge continuamente il capitale umano costituito dai nuovi ingegneri. Tutto questo ha determinato una veloce crescita dell’azienda, così come dei servizi che essa mette costantemente a disposizione delle case come Ferrari, Lamborghini o Maserati. Merito soprattutto di un territorio che è riconosciuto a livello mondiale come uno dei più importanti distretti di eccellenza del motorsport! Tutto ciò grazie ad una grande esperienza, flessibilità, velocità e soprattutto determinazione e coraggio imprenditoriale. Chiaro che questo è da sempre l’humus ideale per la ricerca, lo sviluppo e l’innovazione che però, oggi più che mai, deve essere adeguatamente sostenuto dalle istituzioni; in quanto le aziende, di norma decidono di investire nello sviluppo di ciò che si presume possa avere un ritorno a medio-breve termine, tendendo così a non valorizzare a sufficienza ciò che riguarda le tecnologie del futuro che, oltre ad essere il terreno di applicazione ideale per le Università, vanno però adeguatamente supportate dal punto di vista economico, da parte delle stesse istituzioni, appunto!

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