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FIA WEC – Spa-Francorchamps, i segreti svelati da Pier Guidi

Una pista con pochi eguali in Europa e nel mondo, un compendio di curve tecniche, lente e veloci, salite e discese che si susseguono senza sosta per oltre sette chilometri: benvenuti a Spa-Francorchamps, uno dei tracciati iconici del vecchio continente, tra i più apprezzati dai piloti. Alessandro Pier Guidi ha nel circuito belga il suo preferito assieme a Road America. Alla vigilia del round di apertura del FIA WEC che si disputerà proprio sul circuito immerso nelle foreste delle Ardenne, analizziamo con il campione del mondo 2017 tre punti dove i piloti possono fare la differenza, Eau Rouge, Pouhon e il Bus Stop.


“L’Eau Rouge”, esordisce il pilota della 488 GTE di AF Corse numero 51, “è una curva iconica del tracciato di Spa-Francorchamps ed è molto sfidante per noi piloti che l’affrontiamo. Va percorsa in pieno ma non è così semplice come sembra perché bisogna essere perfetti nella linea, tagliare ed essere vicini ai cordoli, usare meno angolo sterzo possibile per non far diminuire la velocità anche perché in seguito c’è un lungo rettilineo. Allo stesso tempo è facile superare i limiti del tracciato nella parte alta, il che comporta l’annullamento dei tempi sul giro. Trovare il giusto compromesso per affrontare al meglio questa curva non è mai facile”.

In gara, la velocità di uscita è essenziale per costruire un’opportunità di sorpasso da portare al termine del lungo rettifilo del Kemmel. Da quel punto in poi la pista inizia la discesa verso Blanchimont, prima del quale ci sono molte insidie da affrontare, così come la temibile “Double Gauche”, nota anche come Pouhon.

“È una curva molto veloce che affrontiamo in quinta marcia”, spiega Pier Guidi. “Anche in questo caso va trovato il giusto compromesso tra quanto frenare e andare subito in farfalla. Questo equilibrio rappresenta la chiave per essere veloci in questo tratto perché ritardando la frenata o accelerando troppo presto si rischia di finire larghi rispetto alla traiettoria ideale perdendo decimi preziosi nel tempo sul giro. È una di quelle curve che, affrontate correttamente, danno molta soddisfazione al pilota”.

A Spa-Francorchamps non è consentito rilassarsi un attimo, neppure quando il giro è quasi giunto a completamento. Il Bus Stop, infatti, nasconde insidie non trascurabili. “Il Bus Stop è una curva apparentemente semplice”, continua l’italiano, “una chicane da affrontare in prima marcia. La difficoltà si trova nel punto di frenata perché si arriva in quel tratto ad alta velocità visto il segmento precedente che si affronta in pieno, ed è necessario rallentare la vettura nonostante le irregolarità del nastro d’asfalto che facilitano il bloccaggio degli pneumatici anteriori. Trovare il limite per guadagnare decimi e non sbagliare la frenata è molto difficile e bisogna essere molto precisi. Un’altra chiave per affrontare bene questo tratto è stare vicino ai cordoli per avere una buona linea di uscita che consente di accelerare più velocemente per guadagnare velocità nel rettilineo di arrivo e costruire una nuova opportunità di sorpasso al tornante La Source”.

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