Ferrari

Calado: “Dai go-kart alla Ferrari Hypercar per continuare a sognare”

Maranello, 7 marzo 2023 - Prima di diventare un protagonista delle corse endurance, James Calado ha gareggiato con le monoposto dotate di powertrain termici ed elettrici. “Amo ogni forma di motore che sia applicato a un mezzo con quattro oppure con due ruote” dice il britannico tre volte iridato con Ferrari nella classe LMGTE Pro. Il pilota classe 1989 nella stagione 2023 debutta nella top class del FIA WEC sulla 499P numero 51 condivisa con Alessandro Pier Guidi e Antonio Giovinazzi.

La famiglia. “Mio padre mi trasmise la passione per le corse. Lo ringrazio per avermi concesso l’opportunità di gareggiare, che lui non aveva mai avuto” racconta Calado. “La prima gara che vidi dal vivo fu il Gran Premio di Formula 1 a Silverstone nel 1999. Fu una domenica magica, nonostante l’incidente che occorse a Michael Schumacher, uno dei miei eroi. L’altro? Ayrton Senna, che ammiravo per la velocità e lo stile di guida”. 

Gli inizi. I primi passi nel motorsport di James furono incoraggianti. “Vinsi la prima gara con i go-kart, mentre il successo con una monoposto arrivò a Snetterton nel 2008 nella prima stagione nella Formula Renault 2.0 inglese: fu una delle emozioni più intense che abbia mai provato”. Nella stagione del debutto con i go-kart “la mia famiglia fece dei grandissimi sforzi: non potevamo permetterci una camera d’hotel, quindi durante i weekend dormivano nel retro del nostro vecchio furgone, che divenne la mia cameretta. Inoltre non potevamo acquistare le gomme da bagnato: utilizzavo le slick anche con la pioggia, una necessità che poi mi aiutò ad adattarmi velocemente a ogni condizione d’asfalto”. 

I risultati giovanili rinforzarono il sogno di diventare un professionista del volante. “Il motorsport è un mondo esigente che impone molti sacrifici nella vita privata. Quando inizi a ottenere dei successi questi sacrifici vengono ripagati – racconta –. Vincere è tutto per me. Negli ultimissimi secondi, prima di tagliare il traguardo o prima che il mio compagno di squadra passi sotto la bandiera a scacchi, provo una sensazione indescrivibile. È bello vedere la gioia nei volti di tutte le persone del team e sentirsi parte di un gruppo vincente”. 

I successi. A partire dal 2014 James passò dalle monoposto alle GT con Ferrari. “Ci volle del tempo per arrivare a un buon livello. Il primo scoglio da superare fu mentale: non ragionare più individualmente, ma come parte di un gruppo che condivide la vettura. Allora iniziammo un percorso che ci avrebbe portati a dominare nel GT” racconta il pilota che nella propria bacheca custodisce 12 vittorie nel WEC, incluse due 24 Ore di Le Mans (2019 e 2021). “L’approccio alla LMH è simile: una nuova sfida, un’esperienza inedita. In gara non mancheranno le insidie a partire dalla gestione del traffico. Sono parte di un team che ambisce a vincere e faremo di tutto per riuscirvi. Il mio sogno? Tornare sul gradino più alto del podio di Le Mans con la Hypercar”. 

La gara endurance che si disputa sul circuito della Sarthe occupa un posto di primo piano nei ricordi di Calado. “Dopo aver fatto diversi errori nelle edizioni precedenti – analizza – nel 2019 arrivò il primo successo. Dopo la gara persi la voce per la grida di gioia”. 

Endurance. Una corsa di durata obbliga piloti e team a uno sforzo fatto di energia, determinazione, concentrazione, diversi fattori tutti ugualmente importanti.  “L’endurance non è solo velocità, ma anche strategia, gestione, pazienza. Alla mia prima Le Mans rimasi sveglio per 40 ore, mi sentivo ansioso e nervoso, ma a lungo andare la stanchezza ebbe un effetto negativo sulla mia prestazione – ricostruisce Calado –. Mi servì come lezione. Imparai che una 24 Ore è una maratona lunghissima nella quale, oltre a non fare errori, devi trovare il tempo per riposare. Dopo due stint di guida torno nel motorhome, metto via smartphone e tablet, spengo la luce e provo a dormire”. Un’avventura sportiva, quella nelle corse di durata, che ha visto Calado spesso affiancato da Pier Guidi. “Ci lega una relazione molto forte, ci conosciamo a fondo e ci siamo sempre rispettati. Anche quando abbiamo commesso errori ci siamo sempre compresi – racconta –. Il supporto reciproco è un aspetto che caratterizza tutta la nostra squadra”. 

Emozioni. “Nei giorni precedenti la gara la tensione continua a crescere, finché arriva il momento della corsa e, quando sali a bordo della vettura in griglia di partenza, la pressione giunge il massimo livello – spiega il pilota della Ferrari 499P numero 51 –. Sai che tutti ti guardano e confidano in te. Solo dopo i primi stint la tensione inizia a stemperarsi”. 

Sul piano emotivo James sottolinea il valore aggiunto rappresentato dai tifosi. “Essere un pilota Ferrari mi fa sentire fortunato. Sono sempre stato un tifoso delle Rosse – spiega –. Amo la passione degli italiani per la Ferrari. I tifosi si creano quell’atmosfera magica ricca di adrenalina che percepiamo benissimo, in particolare in griglia di partenza. Il mio sogno è regalare a tutti loro una grande gioia, magari a Le Mans, la corsa più attesa, o a Monza, il nostro appuntamento di casa”. 

I consigli. Riflettendo sul passato, James consiglierebbe a un giovane aspirante pilota di “essere sempre pronto al passo successivo, alla sfida che si materializzerà alla prossima gara. Essenziale – conclude – è anche tenere a bada l’ego, evitando che superi nelle dimensioni il proprio talento, e fare tesoro degli insegnamenti altrui”. 

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